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I Taralli di San Biagio, protettore di tutti i mali alla gola

Taralli di San Biagio

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In Abruzzo, per la festa di San Biagio (il 3 febbraio) la tradizione vuole che si prepari “lu tarall”.

I Taralli di San Biagio sono una delle specialità più antiche della cultura gastronomica abruzzese.

Di feste e tradizioni da celebrare qui ne abbiamo tante, e sono l’occasione importante per ricordarci chi siamo, per incontrarci a metà strada tra cultura locale, riti che hanno una storia antica che non deve essere dimenticata, e la socialità che si crea attorno a queste celebrazioni. Non le dobbiamo dimenticare… per non perdere il contatto con le nostre origini.

Quest’anno, ovviamente, non si potrà festeggiare come siamo soliti fare. Noi che teniamo alla tradizione, però, non ci facciamo mancare i buonissimi taralli di San Biagio che prepariamo come da tradizione.

Un tempo il tarallo di San Biagio veniva preparato con la pasta del pane e con i semi di anice. Sebbene oggi esistano diversi tipi di impasto e versioni, sia dolci sia salate, noi abbiamo conservato l’usanza di preparare i nostri taralli con l’anice.

La versione che preferiamo è quella salata, che prepariamo con farina, olio di oliva, zucchero, lievito di birra e sale.

Dopo aver preparato l’impasto, lo lasciamo lievitare a lungo, per 24 ore, e come tocco finale mettiamo l’anice. L’anice è l’ingrediente che fa la differenza perché dà un gusto aromatico al tarallo. E sempre l’anice è considerato l’ingrediente curativo della gola.

In effetti, tradizione e culti a parte, l’anice ha davvero ottime proprietà. Non a caso, lo usiamo spesso nelle nostre preparazioni: nella pizza di Pasqua, nelle Ferratelle, nei Tarallucci al vino, ecc.

E infatti, San Biagio viene celebrato come Santo protettore di tutti i mali alla gola. San Biagio era un vescovo, diventato poi un martire per aver perso la vita in nome della sua fede cristiana, il 3 febbraio del 316.

Durante i giorni di prigionia, grazie alla sua prontezza di spirito, riuscì a salvare con della mollica di pane un giovane che stava soffocando a causa di una spina di pesce rimastale incastrata nella gola. Ecco perché è poi diventato il Santo protettore della gola.

Tradizione vuole che i taralli preparati con l’impasto del pane e a forma di ciambella – a simboleggiare la gola – siano portati in Chiesa per essere benedetti nel giorno in cui si celebra il Santo. E dopo esser stati benedetti, i taralli di San Biagio si regalano agli amici, alla famiglia, ai parenti, che possono ricevere la protezione del Santo.

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