Salute e alimentazione vivono una relazione sempre più simbiotica. Da quello che mangiamo dipende la nostra salute.
Non è mica una novità, ti starai dicendo. Ok, ma all’atto pratico quanto ne sappiamo davvero di quello che mangiamo?
Se sei fra quelli che imbusta e via, allora fermati un momento… e scegli con più cura.
Un tempo potevamo contare su cibi molto più “puliti”, passami il termine.
Oggi dobbiamo, invece, scegliere quello che conviene mangiare e quello che dovremmo scartare dalla nostra lista della spesa.
Ma non solo, oggi dovremmo prestare molta più attenzione anche alla provenienza dei cibi.
Pesticidi in Agricoltura: oltre il 70% della frutta e verdura che mangiamo giornalmente è contaminata da pesticidi
Non so quanti di noi ne fossero informati.
L’uso dei pesticidi in agricoltura non è un fatto nuovo. Se ne parla da tempo, ma forse non tutti siamo davvero informati su quanto sia diventata spinosa la questione.
Da un recente dossier pubblicato da Legambiente viene fuori che i pesticidi in agricoltura più diffusi negli alimenti venduti nel nostro paese sono 13, tra fungicidi e insetticidi utilizzati in agricoltura.
Questo è solo uno dei tanti aspetti che complica il nostro vivere quotidiano, ce ne sono tanti altri che dovremmo osservare per dirci davvero consapevoli di una sana alimentazione.
Ma la modalità intensiva con cui si continua a gestire l’agricoltura occupa un posto in primo piano, per chi come noi ha fatto una scelta che sostiene con il lavoro e con l’informazione.
Quale sarà il futuro dell’agricoltura?
Oggi ne parliamo come fosse notizia fresca perché la ferita si riapre, visto che proprio in questi giorni le istituzioni europee stanno discutendo il futuro dell’agricoltura. E lo fanno nel bel mezzo della crisi “pandemica” che ha riportato l’attenzione di tutti sulla salvaguardia della natura, dell’ambiente, della biodiversità e di un’agricoltura più pulita e non intensiva…
Al centro dell’attenzione, la Politica Agricola Comune dell’UE, che dovrà decidere se schierarsi o meno contro la crisi climatica e la morte della biodiversità, sostenendo l’impegno degli agricoltori biologici e delle piccole aziende agricole.
Nel 2020, la presidente Von der Leyen ha proposto il Green Deal europeo, un piano mirato a un cambiamento nel settore agricolo e alimentare europeo. Fra le misure, la riduzione del 50% dell’uso dei pesticidi, degli antibiotici e fertilizzanti, l’impegno ad aumentare del 25% i terreni coltivati a biologico.
In Italia, dopo l’ultimo cambio ai vertici, che vede salire Draghi alla guida del Paese, aspettiamo di capire cosa proporrà il Piano Strategico Nazionale.
Aspettiamo di capire se riusciremo finalmente a transitare nel biologico, se si prenderà una posizione più decisa contro l’uso dei pesticidi in agricoltura, se verranno prese misure efficaci per contrastare il cambiamento climatico e frenare la perdita di biodiversità.
In attesa di un esito – europeo e italiano – che speriamo possa essere rappresentativo di un bisogno (o di un’emergenza) collettivo, possiamo intanto scegliere di cambiare le nostre abitudini alimentari.
L’alimentazione sana è una questione di scelta
In attesa che dall’alto ci si prenda la briga di difendere un pianeta deturpato da brutali logiche economiche, possiamo intanto combattere la nostra piccola battaglia con la consapevolezza e l’informazione, per cambiare quelle abitudini di cui forse ancora ignoriamo la pericolosità.
Perché i pesticidi in agricoltura hanno delle conseguenze sulla nostra salute, oltre che su quella dell’ambiente.
E per cambiamenti intendo, ad esempio, scegliere frutta e verdura di cui si conosce l’origine, materie prime locali, coltivate con tecniche naturali dalle piccole realtà agricole che si impegnano realmente a garantire la salute delle persone e dell’ambiente, per un vivere più pulito.